martedì 13 gennaio 2015

Il Comitato ha chiesto un incontro ai sindaci ed agli assessori all'ambiente dei comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro, Spilamberto e Vignola unitamente all'Unione delle Terre dei Castelli per avere chiarimenti sullo stato di avanzamen...to del progetto INALCA presentando, oltre alla lettera di richiesta, un breve riassunto delle attività di questo Comitato fin dalla sua costituzione:
 
 
 
IMPIANTO BIOMASSE INALCA (Sintesi attività del Comitato)
UNA STORIA DI SCARSA TRASPARENZA E DI POCA ATTENZIONE PER L'AMBIENTE E LA SALUTE DEI CITTADINI.
A fine 2011 venivamo a sapere che l’azienda INALCA aveva presentato un progetto per costruire, presso la sua sede al confine fra i 3 comuni di Castelvetro, Castelnuovo Rangone e Spilamberto, un impianto di cogenerazione di energia elettrica e termica. Dall'analisi della documentazione presentata emerse che detto impianto avrebbe utilizzato 30.000 tonnellate l’anno di cascami e carcasse di animali, ovvero residui di lavorazione e animali interi morti non destinabili, in base alle norme italiane ed europee, né al consumo umano, né alla produzione di mangimi.
Tale impianto sarebbe stato composto da:
  • un “rendering” cioè una struttura in cui triturare e bollire con aggiunta di acidi tali cascami e carcasse per estrarre un olio/grasso combustibile;
  • due grossi motori funzionanti con l’olio/grasso di cui sopra per produrre energia.
Di fronte a questa informazione e di fronte alla reticenza della Provincia di Modena (ente titolare dell’autorizzazione ambientale) e del Comune di Castelvetro a rendere pubbliche motivazioni e rischi, un gruppo di cittadini di Castelvetro, Castelnuovo e Spilamberto iniziò ad analizzare i dati forniti dall’azienda alla Provincia, per ottenere l’ Autorizzazione Ambientale. Ci rendemmo conto allora della minaccia incombente sul nostro territorio e demmo vita al Comitato NO IMPIANTO BIOMASSE INALCA.
Gli obiettivi del Comitato sono indicati all’art.1 dello Statuto dello stesso, ovvero “opporsi con ogni mezzo legale alla costruzione dell'impianto a biomasse animali (rifiuti di origine animale di cat. 1) presso lo stabilimento Inalca spa di Castelvetro (Mo), a tutela della salute e della qualità di vita dei cittadini e per la salvaguardia di un territorio di eccellenze enogastronomiche.
Fanno parte e sostengono il Comitato cittadini dei Comuni di Castelvetro di Modena, Castelnuovo Rangone e Spilamberto e tutti coloro che credono che i valori ambientali e di salute dei cittadini attuali e futuri siano preminenti rispetto a quelli di utilità economica di un singolo imprenditore”.
Il Comitato, fin dalla sua costituzione, si è dichiarato apartitico e, anche a prezzo di aspri momenti di confronto interni, ha sempre difeso la propria autonomia rispetto a tutte le forze politiche e ai movimenti presenti sul territorio.
Per raggiungere i propri obiettivi statutari, il Comitato, anche valendosi di esperti del settore, ha approfondito l’analisi del progetto, trovando purtroppo conferma dei timori iniziali.
I dati forniti dall’azienda stessa alla Provincia danno il quadro riportato nella tabella che segue:
Inquinante
mg/Nm3
Portata Nm3/h
h/anno
kg/anno
Acido Cloridrico
30
32258
7500
7.258,05
Acidi Fluoridrico
5
32258
7500
1.209,68
Diossine e furani
1,00E-005
32258
7500
0,0024
Idrocarburi policiclici aromatici
0,1
32258
7500
24,19
Aldeidi classe II
20
32258
7500
4.838,72
Aldeidi classe III
150
32258
7500
36.290,40
Ossido di Carbonio
200
32258
7500
48.387,00
Polveri
10
32258
7500
2.419,35
Anidride Solforosa
500
32258
7500
120.967,50
Ossidi di Azoto
200
32258
7500
48.387,00


In poche parole le emissioni nocive che ricadrebbero nel raggio di alcuni chilometri dalla ciminiera dell’impianto Inalca, equivarrebbero, solo per quanto riguarda l'Anidride Solforosa, alle esalazioni in un anno di 150.000 automobili con percorrenza media di 15.000 km/anno senza considerare gli altri inquinanti potenzialmente cancerogeni.
A partire da questi dati il Comitato ha messo in atto numerose iniziative di sensibilizzazione della cittadinanza, delle istituzioni, delle forze politiche affinché si evitasse un duro colpo al nostro territorio, alle sue produzioni tipiche pregiate (Grasparossa, Parmigiano Reggiano, Ciliegie IGP e Aceto Balsamico Tradizionale) ed alla salute degli abitanti.
Tutto questo mentre, da parte dell’azienda e della precedente amministrazione comunale di Castelvetro, si cercava di accreditare una versione edulcorata e falsamente tranquillizzante.
Abbiamo fatto comunicati, interviste alla stampa, manifestazioni, volantinaggi, lettere agli assessori e ai consiglieri comunali e provinciali; abbiamo dimostrato come la pensano i cittadini, raccogliendo oltre 6.000 firme consegnate agli amministratori locali.
Nel 2012, in prossimità delle elezioni di maggio, il Comune di Castelnuovo espresse un parere negativo alla realizzazione dell’impianto. Sui quotidiani apparve la notizia che la Provincia aveva bocciato il progetto.
Pensavamo fosse finita lì, invece si sono verificati altri fatti “misteriosi” che hanno portato ad un improvviso mutamento di scenario:
  • nel giugno 2012 la Provincia ha consentito all'azienda di ritirare il progetto complessivo ed ha approvato in tutta fretta senza lasciare spazio ad osservazioni ed obiezioni, il progetto del solo “rendering”, cioè quello dell’impianto di estrazione dell'olio/grasso dai cascami e dalle carcasse degli animali. Abbiamo reputato tale procedura anomala ed abbiamo presentato ricorso al TAR nell'agosto del 2012.
  • il Comune di Castelnuovo, dopo le elezioni, ha ritirato le proprie osservazioni riguardo l'inidoneità del luogo.
  • il comune di Castelvetro, con celerità inusuale, ha approvato il “piano di sviluppo INALCA” e il permesso di costruire con variante al PRG in deroga alla legge Galasso che impone il rispetto ambientale entro 150 metri dai corsi d'acqua (torrente Guerro).
  • durante la campagna elettorale del 2014 l’ex sindaco di Castelvetro affermò, con tanto di interviste, che INALCA aveva rinunciato all’intero progetto. Affermazioni non corrispondenti alla realtà dei fatti. L’ azienda non ha mai rinunciato ufficialmente né al progetto di rendering né a quello dell’impianto di generazione di energia.
Questi sono i fatti che hanno spianato la strada al progetto Inalca e chiare sono le responsabilità di quanto avvenuto e potrà avvenire nei prossimi mesi.
Ma non è finita qui. Stiamo continuando a portare avanti la posizione dei 6.000 cittadini che hanno espresso, con la firma, la motivata volontà di opporsi all’impianto.


Infatti :
  • il Comitato NO IMPIANTO INALCA sta portando avanti, insieme con CODACONS, il ricorso al TAR ed ha presentato altre istanze su quelle che riteniamo essere irregolarità nel processo autorizzativo. Siamo in attesa di conoscerne l’ esito.
  • fra le documentazioni aziendali presentate alla Provincia e che dovranno essere verificate dal Comune di Castelvetro vi è il “bilancio delle arie aspirate”. INALCA ha dichiarato infatti che l’aria satura di particelle maleodoranti che la lavorazione nel “rendering” produrrà verrà aspirata integralmente dalle caldaie e dai motori a gas che oggi generano energia per l’azienda.
Sulla base delle nostre verifiche, basate sui dati forniti dalla stessa azienda, siamo convinti, invece, che gli odori nauseabondi fuoriusciranno nelle aree abitate circostanti appartenenti ai comuni di Castelnuovo, Castelvetro e Spilamberto (ricordiamo gli effluvi prodotti dalla Sapi fino ad alcuni decenni fa).
Abbiamo già fornito al Comune di Castelvetro i nostri calcoli secondo i quali questo rischio è reale: aspettiamo risposte !
  • abbiamo, inoltre, il forte timore che, una volta costruito il “rendering”, INALCA ripresenti il progetto dell’impianto di cogenerazione, utilizzando l’olio/grasso combustibile che sarebbe già pronto sul posto e riesca poi ad ottenere le autorizzazioni dagli enti preposti scavalcando così le istanze di migliaia di cittadini.


  • il Comitato NO IMPIANTO proseguirà comunque la propria iniziativa per tutelare l’ambiente e, con esso, la salute degli abitanti, la qualità della vita e l’economia agro alimentare delle nostre zone.


  • IL COMITATO NO IMPIANTO BIOMASSE INALCA rivolge infine un nuovo appello a tutte le Amministrazioni interessate perché esaminino in modo più approfondito il problema dell’impatto di questo progetto e del rischio di crescita selvaggia ed indiscriminata delle cosiddette fonti alternative, spesso attivate per mero interesse privato ed a scapito dell’uso corretto del territorio, delle sue produzioni e della sua vivibilità. Al Comune di Castelvetro, in particolare, chiediamo di non abbassare la guardia e di sollecitare tutti gli enti preposti alla tutela dell’ambiente e della salute pubblica (ARPA e AUSL) ad una vigilanza puntuale sul progetto INALCA, in ogni sua fase di sviluppo.
11/01/2015

 

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