Per un "no" motivato al Rendering





In riferimento al progetto di Inalca SPA per un impianto di Rendering da realizzarsi presso lo stabilimento di Castelvetro (MO) e facendo seguito alle integrazioni volontarie presentate dalla ditta stessa  in data 12/06/2012, si osserva quanto segue:

La Ditta ha presentato un primo progetto di rendering e cogenerazione per necessità di energia dello stabilimento esistente, dichiarando che il gestore non avrebbe più corrisposto l’energia necessaria ( dichiarazioni dei rappresentanti di Inalca nella assemblea pubblica di Castelnuovo del 30/11/2011 )
Dopo la bocciatura da parte della Provincia di Modena, il progetto viene ripresentato in tempi strettissimi, mancante della parte di cogenerazione.
In questo modo, la Ditta – carente di energia, come dichiarato – progetta di trattare SOA di cat. 1 utilizzando coclee esistenti, additivando con acqua e solventi (270 ton / anno) per separare  il materiale, macinarlo e portarlo in centrifuga. In centrifuga si separa il cicciolo dal  similgrasso o artefatto di grasso e si sterilizza a 100 gradi. In seguito il “grasso” viene insilato e mantenuto a 60 gradi per evitare il compattamento. I ciccioli vengono invece essiccati.
Ciascuna delle attività sopradescritte comportano un elevato consumo di energia prodotto da motori a metano.

Nel nuovo progetto si deve parlare non di smaltimento per uso aziendale, ma di vero e proprio insediamento produttivo finalizzato alla produzione di oli e ciccioli destinati all’incenerimento,  attività insalubre di cat 1 , in luogo e territorio nel quale ciò non è possibile.

La Ditta afferma che  le farine animali ed i grassi di colatura saranno inviati alla successiva trasformazione  in impianti autorizzati  ai sensi del reg 1069 in regime di sottoprodotti e non di rifiuti, si tratterebbe di conferimenti diretti ad aziende deputate alla produzione di energie da fonti rinnovabili.
I materiali di cat 1 non possono essere avviati a successiva trasformazione ( reg 1069 2009 - 142-2011), ma dopo la trasformazione che avviene all'interno dell'Inalca devono uscire con dicitura “destinato allo smaltimento”. Appare chiaro che non esistono possibilità di recupero  o riutilizzo del materiale cat 1 altrimenti vi sarebbero etichette con “destinato al recupero” o “destinato al riutilizzo”.

I SOA di cat.1  (reg. UE 1069 / 2009  art. 12) sono destinati allo smaltimento in quanto Materiale Specifico a Rischio (MSR). La legislazione europea li destina all’incenerimento, con o senza pretrattamento, al fine di tutelare la salute umana.

Nella sez 2 pag 28 del reg 142 / 2011 si parla del trattamento delle acque reflue:  andrebbe analizzato il sistema di lavaggio  ed addizionamento delle acque in quanto le acque che vengono a contatto con materiale cat 1 sono  da alcuni dirigenti asl ritenute di cat 1 e come tali trattate in quanto vengono a contatto con ipotetici prioni  della BSE , e quindi non viene ritenuto sufficiente il passaggio in griglia per arrivare al depuratore.

Altro aspetto è la materia ambientale 152/06 , per valutare il sito e l’idoneità del luogo.

Nel  reg 142/2011 si definisce la normativa  per impianti di trasformazione , e l’attuale stabilimento di produzione alimentare dovrebbe convivere con un rendering di cat 1 ,con travaso pneumatico dei SOA.

I materiali di cat. 1 devono essere colorati con GHT 250 mg /kg. Precauzione questa dettata per evitare le sofisticazioni alimentari , in quanto grassi di cat 1 , i peggiori , potrebbero essere destinati al riutilizzo come cat. 3 , ed essere poi fraudolentemente utilizzati a scopi diversi per trarne dei vantaggi economici a scapito anche della salute umana. Si veda a questo proposito il recente caso di Bari (Idapro et alii) con relativi  68 avvisi di garanzia.
 Inoltre il reg 142/2011 ha escluso il cat 1 dalle fonti rinnovabili e pertanto il prodotto in può andare solo in caldaia a 1100 gradi , idrolisi con 25 bar pressione , biogas , biodiesel.

L’azienda non esclude la raccolta di sottoprodotti bovini di cat. 1,  in modesta quantità e non in modo continuativo (quanto materiale? Con quale frequenza?) da altre parti oltre che dai macelli di Castelvetro e Ospedaletto Lodigiano (gli unici considerati nel primo progetto). Ciò comporterà un aumento considerevole di mezzi pesanti, in arrivo e in partenza, in un territorio già gravemente inquinato. Inoltre un’autorizzazione inerente il trattamento di materiale di cat.1 darebbe il via libera anche a materiale transfrontaliero e il nostro territorio diverrebbe un centro di smaltimento di carcasse di tutti i tipi (non solo bovini, ma animali domestici, animali da circo, ecc.).

Il PTCP provinciale del 2008 prevede l’azzeramento del deficit idrico, di 2,4 milioni di metri cubi –anno , in questo caso dalla falda si preleva 8 mc / ora per impastare un prodotto che viene essiccato e poi incenerito  in altro luogo. Tale progetto non ha nessuna logica ed è di grave danno per la collettività e in particolare per gli agricoltori.

Infine le portate di aria relative ai fabbisogni dei motori e delle caldaie riportate nelle tabelle NON sono comparabili con quelle provenienti dalle aspirazioni in quanto le prime sono arie secche e le seconde hanno una umidità del 60%.
Le arie contenenti il 60% di umidità NON sono adatte ad essere utilizzate come arie comburenti.
I ricambi d'aria proposti (2,85/ora), sono insufficienti per evitare la fuoriuscita dei cattivi odori nauseabondi generati all'interno derivanti dalla bollitura degli scarti, dalla essiccazione delle farine e dalla fusione dei grassi; il numero dei ricambi d'aria proposti nel progetto originale era di 4/ora, ed è stato ridotto a 2, 85/ora solo per fare quadrare i conti quando la prassi detterebbe invece in questi casi di effettuarne 10/ora.
Dal computo presentato mancano le arie derivanti dagli sfiati dei silos di stoccaggio delle farine e dei grassi fusi che sono esterni al capannone.

Per questi motivi, lo scrivente Comitato, sostenuto dalla firma di più di 5000 cittadini, lavoratori e agricoltori dei Comuni di Castelnuovo Rangone, Castelvetro di Modena, Spilamberto e non solo, ritiene che tale nuovo progetto di rendering non dovesse essere autorizzato.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ritengo che la giusta soluzione sia di chiudere l'inalca , staccare a tutti voi luce acqua e metano, torneremo tutti pian piano non solo all'età della pietra , ma dei dinosauri e visto che tutto inquina non avremo nessun utensile perchè anche produrre ferro e acciaio per utensili da lavoro e per difesa inquina , per cui dovremo difenderci a mani nude e a sassate.
Probabilmente ci divertiremo molto di più a pescare con i sassi invece che con le reti e a cacciare saremo sicuramente meno distruttivi con i sassi invece che con i fucili.
Detto questo ritengo che tutti voi dovrete fare un piccolo esame di coscienza e provare a non dire sempre no per partito preso , oggigiorno ci sono tecnologie per produrre energia da biomasse ad impatto zero e invece volete continuare ad usare petrolio o carbone .
Provate ad imporre un sistema di produzione il meno impattante possibile e solo allora avrete raggiunto l'obbiettivo.

Erniz ha detto...

Per quanto riguarda il cogeneratore la Conferenza dei Servizi ha ritenuto che il progetto non fosse conforme alle normative europee. Ci sarà un motivo?
Il rendering è stato invece approvato. Le osservazioni che abbiamo scritto sono la dimostrazione che i nostri "no" non sono per "partito preso", ma sono il frutto di mesi di studio. Lo stesso non si può dire del suo commento.
Se lei preferisce una modernità inquinata in un ambiente malsano, si accomodi. Ma non pretenda di imporlo agli altri e soprattutto alle generazioni che verranno.

Ernesto