03/04/2015
COMUNICATO
Nei giorni scorsi, alcuni amministratori locali e politici di
maggioranza e di opposizione sono intervenuti, a vario titolo sulla
stampa in merito alla vicenda delle c.d. “serre di Settecani”.
Ciò che li accomuna è il vuoto di contenuti, l’incapacità di
entrare nel merito di portare fatti, dati, interpretazioni delle
normative. Ma da tutte le parti si grida all’untore, ai creatori di
allarmismo e di psicosi. Uno spettro, così pare, si aggira per
Settecani: quello del Comitato No Impianto Inalca.
Comprendiamo l’obiettivo di
qualcuno di ricrearsi un po’ della
visibilità
tradita dalle urne elettorali e non intendiamo
rispondere agli insulti, ma ci corre l’obbligo di alcune
precisazioni, attenendoci ai fatti :
I FATTI
I cittadini di Settecani, già a fine 2014 hanno assistito all’avvio
dei lavori di questo nuovo impianto come di fronte ad un “oggetto
misterioso”. Iniziarono, già da allora a circolare le voci più
disparate su quale fosse l’oggetto dei lavori, senza che nessun
amministratore di Spilamberto e degli altri 2 comuni interessati si
preoccupasse di informare e, se possibile, tranquillizzare la
popolazione, con fatti, dati e impegni. Evidentemente memori di altre
vicende (INALCA) alcuni cittadini hanno sentito il bisogno di vederci
chiaro e hanno interpellato il Comitato No Impianto Biomasse Inalca
che si è fatto carico del problema.
-Fin dal 29 gennaio, in occasione di un incontro con tutti i Sindaci
del comprensorio, il Comitato aveva evidenziato il problema al
Sindaco di Spilamberto, che aveva assunto l’impegno ad informarsi.
-Ai primi di febbraio, ottenuta “a rate” la documentazione,
mediante accesso agli atti, abbiamo cominciato a maturare la
convinzione che il progetto non doveva essere autorizzato mancandone
i presupposti previsti dalle norme regionali (il “saldo zero
delle emissioni”).
-Il 24 febbraio, un centinaio di persone ha partecipato ad un
incontro pubblico indetto dall’ Assemblea dei Cittadini (organo
istituito con regolamento comunale) di Settecani e Ca' di Sola, dalla
quale è uscita una petizione (oltre 600 firme pari alla quasi
totalità delle famiglie dei residenti) in cui si chiedeva al Sindaco
Costantini, in primis, ma anche agli altri Sindaci del territorio un
confronto per chiarire la situazione. Nessuna risposta.
- il 25 febbraio, finalmente dopo ripetuti solleciti, siamo stati
convocati a Spilamberto in un incontro in cui Sindaco, Assessore
all’Ambiente e rappresentanti dell’azienda Agrivision Srl hanno
tentato, con modalità secondo noi ampiamente discutibili, di
convincere il Comitato sulla regolarità
del progetto. In quell’incontro ci siamo resi conto che
l’amministrazione comunale aveva una conoscenza del progetto e
delle normative regionali in materia di impianti a biomasse, quanto
meno approssimativa. Abbiamo deciso allora di esporre i fatti agli
enti (Provincia, ARPA e AUSL) che, sia pure a posteriori, avrebbero
potuto verificare se il percorso autorizzativo fosse stato regolare.
- il 2 marzo, infatti abbiamo inviato una lettera alla Provincia di
Modena, all’ ARPA e all’ USL in cui abbiamo evidenziato le
carenze e le distonie del progetto e dell’iter seguito per
l’autorizzazione rispetto alle normative regionali.
- nel frattempo i cittadini di Settecani aspettavano e aspettano
ancora una risposta diretta da parte degli amministratori che
hanno contribuito ad eleggere.
CONSIDERAZIONI
SUI FATTI SOPRA ELENCATI
-
Come si può evincere dai fatti sopra elencati, prima di
intraprendere qualsiasi azione abbiamo sempre cercato il confronto,
con le istituzioni elette dai cittadini. L’allarmismo gratuito non
ci appartiene. I silenzi, la mancata informazione, minimizzare le
cose senza portare dati, questi sono gli elementi che creano nelle
popolazioni il sospetto che si vogliano nascondere le cose. Di qui
nascono le paure della gente. Si rendono conto, i nostri
amministratori, che parliamo di problemi reali? I timori per quello
che si respira, quello che si mangia, per la perdita di valore degli
immobili, per citare quelli più immediati nella percezione della
gente, bastano da soli a far montare la protesta. Perché se i
nostri amministratori sono sicuri delle loro scelte e ben
documentati non cercano un confronto preventivo? Che senso ha
aspettare che la gente protesti per poi accusare questo o quel
comitato di soffiare sul fuoco? Non sarebbe politicamente più
lungimirante ( anche se più faticoso) cercare di prevenire i
problemi?
-
Ci sono norme ed enti preposti alla tutela dell’ambiente e della
salute. Possiamo comprendere che siano complesse e, a volte
contraddittorie, ma non sarebbe meglio per gli amministratori e i
tecnici dei comuni, approfondirle e chiedere il supporto dei
tecnici della Provincia, di ARPA, delle AUSL prima di
approvare un progetto e non dopo? Qualcuno dovrebbe farlo
presente all’Assessore all’ambiente di Spilamberto che rilascia
dichiarazioni in cui rende noto di aver chiesto un parere alla
Provincia dopo quasi un anno da che il progetto è stato
approvato dal Comune (se lo chiede adesso, evidentemente prima non
l’aveva fatto) dopo due mesi di contestazioni da parte della
popolazione, del nostro comitato e delle opposizioni in consiglio
comunale!
-
Il Comitato NO IMPIANTO BIOMASSE INALCA non ha nulla contro
l’insediamento di attività produttive. Non vuole entrare neppure
nel merito di quali debbano essere queste attività, anche se
potendo scegliere, pensiamo che la maggior parte della popolazione
preferirebbe che si trattasse di attività volte a valorizzare le
caratteristiche del territorio, ad esempio quelle delle produzioni
agricole di pregio.
L’ aspetto su cui però non possiamo mollare, per il ruolo che
svolgiamo, è che le norme poste a tutela dell’ambiente e della
salute dei cittadini vengano applicate, e non ci pare, francamente,
che in questo caso, lo siano state.
Ci permettiamo infine di dare un suggerimento alle amministrazioni
comunali. Sappiamo tutti che quello delle biomasse, è un tema
“sensibile”. Perché i Comuni delle Terre dei Castelli non si
mettono a lavorare su linee guida comuni per disciplinare meglio
l’insediamento di questi impianti nel rispetto di tutte le
normative? Perché non possono aprire un confronto con i cittadini
su questi temi?
Come Comitato non ci sentiremmo certamente sminuiti nel nostro
ruolo se non dovessimo più gestire le proteste a posteriori perché
i problemi sono stati risolti prima dagli eletti insieme con i loro
elettori!