In
una recente intervista il candidato alle primarie PD di Castelvetro
Maleti ha dichiarato che il problema del cogeneratore Inalca sarebbe
sorto da una tardiva comunicazione ai
cittadini da parte dell’amministrazione; il progetto in sé non
s’inseriva in un progetto di “green economy”, era eccessivo per
Castelvetro e non era approvabile per la documentazione insufficiente.
D’altra parte- ha continuato Maleti- l’azienda si deve sviluppare ,
considerato anche che la delocalizzazione è sempre dietro alle porte. Il
progetto attuale di rendering poi non sarebbe affatto un problema.,
tanto che il Comitato non avrebbe più ragione di esistere.
Nella
stessa intervista ha dichiarato poi di volere promuovere il turismo e
fare crescere le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio.
Il caso Inalca è sicuramente un emblema di scarsa comunicazione e
mancanza di trasparenza : l’amministrazione Montanari è stata altamente
deficitaria da questo punto di vista, non avendo informato i cittadini
circa le problematiche legate all’impianto e anzi ritenendolo
compatibile.
Il problema Inalca tuttavia è il progetto stesso, che
neanche avrebbe dovuto essere presentato in quanto non conforme alle
direttive vigenti. Se non fosse stato per l’azione del Comitato, ora
avremmo sul territorio un altro impianto fortemente inquinante, con
pesanti ricadute sull’ambiente e la salute dei cittadini.
Anche il
rendering ,approvato dalla provincia grazie alla deroga al prg voluta
dal sindaco Montanari, è un impianto assai problematico in quanto
potrebbe provocare l'emissione nelle aree circostanti di odori
nauseabondi . La conseguenza sarebbe il peggioramento delle condizioni
di vita delle popolazioni limitrofe e la squalifica dell'intero
territorio.
Per fare solo un esempio, conosce il candidato Maleti
il "bilancio delle arie aspirate" dell'impianto in questione presentato
dall'azienda? Lo ritiene compatibile con il benessere degli operai che
vi lavorano e la qualità di vita dei cittadini? Come si concilia il suo
dichiararsi a favore del turismo e delle nostre eccellenze con il
sostenere un impianto che potrebbe penalizzare il territorio, alla
stregua della Sapi di parecchi anni fa? Ritiene che in molti vorranno
venire a Castelvetro, dove vicino al “borgo antico” sorgerà un impianto
per la triturazione e la bollitura, giorno e notte, di tonnellate di
rifiuti di origine animale, di provenienza anche transfrontaliera?
Non siamo contro allo sviluppo delle aziende; non serve pertanto
minacciare delocalizzazioni delle quali gli unici responsabili sarebbero
i titolari dell’azienda. Siamo invece favorevoli allo sviluppo di
imprese che non solo rispettino le norme italiane ed europee, ma che
abbiamo caratteristiche tali da corrispondere alla vocazione agricola e
turistica del nostro territorio e siano per nulla o poco inquinanti.
Il Comitato avrà esaurito il proprio compito solo quando sarà
scongiurata la realizzazione di megaimpianti che nulla hanno a che fare con
la nostra terra e per questo saprà discernere i progetti seri e fondati
di qualificazione del nostro territorio dalle dichiarazioni d’intenti
meramente elettorali.
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