Questa mattina, in un'ottica di collaborazione abbiamo protocollato presso il Comune di Castelvetro il documento che segue:
Al Sindaco di Castelvetro
Fabio Franceschini
Oggetto: Variante
normativa alle Norme Tecniche di attuazione del PRG relativamente
agli “impianti a biomasse”
Di seguito al gradito incontro di ieri sera in occasione dell'Assemblea dei Cittadini di Ca' di Sola – Settecani nel corso della quale si è parlato a grandi linee di una proposta di variante normativa alle Norme Tecniche di attuazione del PRG relativamente agli “impianti a biomasse” che il gruppo Castelvetro Futuro Comune presenterà al Consiglio Comunale previsto per il 24/09/2014, in un'ottica di collaborazione presentiamo alcune proposte che i cittadini appartenenti al Comitato No Biomasse Inalca hanno focalizzato.
Tenuto
conto delle colture speciali e dei prodotti DOC, IGP, quali il
“Parmigiano Reggiano”, il “Lambrusco Grasparossa”,
la “Ciliegia Tipica di Vignola”, “l'Aceto Balsamico
Tradizionale di Modena”, tipici del nostro comune, ci sembra
logico per salvaguardarli, introdurre nel Comune di Castelvetro delle
regole più restrittive alla costruzione di centrali a biomasse
rispetto a quelle già esistenti ed approvate a carattere nazionale,
come ad esempio:
- Le centrali a biomasse di potenza elettrica maggiore ad 1 MWe e basate sul funzionamento di un motore endotermico, anche per garantire l'abbattimento degli odori derivanti dai processi che precedono il funzionamento degli stessi motori, nei casi di loro manutenzione o guasto, dovranno essere dotati di post-combustore sulle emissioni che in questo modo potranno soddisfare agli stessi limiti del Termovalorizzatore di MO, in assenza di Diossine, Furani, Idrocarburi Policiclici Aromatici.
- Se necessario, nel caso in cui i diagrammi di ricaduta degli inquinanti invadano significativamente aree di produzione di prodotti sopracitati, detti impianti dovranno essere dotati anche di una torre di desolforazione con efficienza di abbattimento non inferiore al 90% .
- Dette centrali non potranno essere autorizzate nel caso in cui i diagrammi di ricaduta degli inquinanti invadano significativamente “aree verdi protette” come alvei di fiumi/torrenti. (Vedi sentenza del TAR Campania SA Sez I del 6 giugno 2014 n.1061)
- I locali adibiti alle lavorazioni di preparazione dei combustibili derivati da biomasse e idonei al funzionamento di motori endotermici, essendo queste fortemente odorigene, dovranno essere mantenuti in depressione provvedendo a ricambiare le arie negli stessi ambienti almeno 6 volte ogni ora provvedendo poi ad abbattere gli odori così aspirati con un idoneo sistema di post-combustione (Vedi Quaderni di Tecniche di protezione Ambientale di Daniele Bertoni, Paolo Mazzali ed Antonio Vignali n28 per lavorazioni analoghe)
- Tenuto conto della particolare orografia del territorio e della scarsa ventilazione alla quale è soggetto, la distanza minima di questi impianti dai Centri Abitati o Località dovrà essere di almeno 1.000 mt.
- Per evitare di rendere vano il beneficio che si potrà ricavare in termini ambientali di riduzione in emissioni di CO2, dette centrali dovranno operare esclusivamente in regime di “filiera corta” quindi le biomasse non potranno pervenire da una distanza superiore ai 50 km dalla stessa centrale.
Il
Presidente
Paolo
Zanotti
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