martedì 12 febbraio 2013

Istituzioni, lobbies, comitati, cittadini. Una risposta al ministro dell’ambiente Clini, di Roberto Monfredini


“Le cosiddette opposizioni ambientali in nome della protezione dell’ambiente e della salute hanno costituito terreno di coltura per il proliferare della malavita organizzata.” Così ha dichiarato il ministro dell’ambiente Corrado Clini nei giorni scorsi (vedi). Certo, poi ha fatto intendere di riferirsi alla realtà del Sud Italia, ma anche in tal caso non si giustifica il fare di ogni erba un fascio. “In Italia sono state usate motivazioni ambientali per bloccare opere che invece avrebbero avuto effetti positivi sull’ambiente – ha quindi proseguito. A partire dagli anni Ottanta c’è stato un fiorire di comitati e e di movimenti che hanno costruito le loro fortune su queste motivazioni bloccando opere infrastrutturali. Questo vale per tutto, dai trasporti al ciclo dei rifiuti“. Comprensibile che queste dichiarazioni non siano state apprezzate da molti cittadini impegnati, attraverso “Comitati”, per la tutela della salute e del territorio. Qui la risposta di Roberto Monfredini, esperto del Comitato No Impianto a biomasse Inalca.
SOS Territorio, Castelnuovo Rangone 5/2/2013 - Da sinistra a destra: arch. Stefano Corazza, dott. Andrea Paltrinieri, Paolo Zanotti (presidente del Comitato "No Impianto a Biomasse Inalca")

Il 23 gennaio scorso l’European Environment Agency (EEA) ha pubblicato il rapporto “Late lessons from early warnings”, dove analizza l’applicazione del principio di precauzione ed i fattori che l’hanno ostacolato anche quando sarebbe stato ragionevole adottarlo. Sotto accusa il vorace mondo dell’industria: “In alcuni casi le aziende hanno messo i profitti a breve termine prima della sicurezza pubblica, nascondendo o ignorando l’evidenza del rischio (…) In altri, gli scienziati hanno minimizzato i rischi, a volte sotto la pressione di interessi costituiti”. Il Ministro Clini fa parte di un governo che, come per ciascuno dei 27 paesi membri dell’Unione Europea, deve sottostare in materia ambientale alle leggi approvate dal Parlamento Europeo. Ma appare evidente che non ci siamo. Le due interpretazioni sono opposte. Da un lato l’Europa afferma che le lobby industriali premono corrompendo le commissioni, il parlamento e i propri governi per manipolare dati e ricerca e per influenzare i provvedimenti normativi al fine di trarne un profitto a brevissimo termine. Dall'altro il nostro ministro afferma che i comitati spontanei di cittadini che spesso vivono con iniziative di raccolta fondi che vanno dalle cene con i sostenitori, alla vendita di vino e formaggio, faciliterebbero la penetrazione della mafia e della illegalità. Che ci sia qualcosa che non è chiaro nel pensiero del ministro è evidente a tutti. Già lo si capiva con la frase riferita alla vicenda dell'Ilva di Taranto: non esiste correlazione dimostrata fra le patologie e l’ambiente. Ma questo di oggi è un passo successivo. Vorrei dunque spiegare brevemente al signor ministro cosa sono i comitati, quelli che si costituiscono ed operano per la tutela dell’ambiente e della salute. Come ho già scritto quasi un anno fa , non sono rappresentativi di alcuna maggioranza,  impegnano sforzi su ambiti che non sono di loro competenza,  ma diventano importantissimi quando quella che si chiama politica (ma a volte sconfina nell’affarismo e nell’intrallazzo) si sposta dalla parte del più forte, che è l’industriale, facendo venir meno quello che è il cardine rappresentativo della funzione dell’eletto, cioè la trasparenza. In questo scenario i cittadini perdono la capacità di giungere a conoscenza delle reali motivazioni di decisioni che trasformano la realtà ambientale. Viene calato dall’alto un progetto già deciso in altre sedi, spesso per movimentazioni economiche di dubbia utilità collettiva (ma di evidente utilità per i privati che le propongono). Ma che poi porta assai spesso a ripercussioni negative sulla salute dei cittadini .
Faccio presente al signor ministro che i cittadini dei Comitati (con la C maiuscola), sono in primis rispettosi delle leggi. Anzi perseguono i loro scopi richiedendo il rispetto puntuale delle leggi. Ricordo invece che il 7 agosto 2012 il Governo di cui il ministro Clini fa parte ha approvato la combustione del grasso di categoria 1 come fonte rinnovabile, ma il fatto è che il grasso animale di categoria 1 “fonte rinnovabile” non esiste, in quanto è rifiuto! Non è fonte rinnovabile! Ed il ministro lo ha dovuto scrivere anche nella sua legge (come condizionalità: “qualora soddisfi l’art. 184 bis della 152/06″).
Il ministro certamente sa che il Ministero dell’ambiente non risponde a nessun cittadino quando la domanda non riguarda i fiorellini di campo. E sa invece che l’Europa, all’opposto, risponde per iscritto a qualsiasi richiesta anche del più impotente cittadino. Anche scrivendo come semplice cittadino, come signor Clini, anziché come ministro, otterrà risposta in pochi giorni dall’EFSA , dalla DGSANCO, dall’EEA.

Immagine tratta dal sito dell'Agenzia europea per l'ambiente (EEA): www.eea.europa.eu


Il problema non sono i comitati che fanno da apripista alla criminalità, signor ministro! Il problema è quel sistema su cui ha scritto l’Agenzia Europea per l’Ambiente e che vede operare un processo perverso tra interessi privati aggressivi, mondo scientifico compiacente, istituzioni porose incapaci di resistere alla pressione delle lobbies.
Se i cittadini si muovono in Comitati è perché la sera, dopo aver lavorato in ceramica o in un macello, si lavano la faccia a vanno alla polisportiva per capire cosa si vuole realizzare sul territorio in cui vivono. Spesso essendone venuti a conoscenza per caso, in assenza completa delle più elementari regole di informazione e coinvolgimento. Spesso in questi comitati ci sono laureati che possono, gratis, studiare, analizzare, cercare di capire. E spesso si confrontano con le ritualità delle Conferenze di servizi e delle AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale), a volte viziate da illegalità praticate con l’avvallo di diversi  attori. Ed anche con risposte ad interrogazioni a sindaci, presidenti di provincia, presidenti di giunta regionale composte se non con righe formali o con strafalcioni scritti pensando di essere immuni e sopra le parti.
E’ chiaro che le parole del ministro aprono immediatamente le porte a quei soggetti  economicamente forti che vedono in queste affermazioni la possibilità di sfruttare il momento per applicare quel metodo che proprio l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha stigmatizzato.
Vale la pena ricordare al signor Ministro che se, per ora, non bruciano a Castelvetro 84 tonnellate al giorno di carcasse e grassi di categoria 1, le peggiori, è per merito di un Comitato. Se non bruciano rifiuti speciali a San Dalmazio è per merito di un Comitato. Se è fermo l’impianto di bitume di Magazzino di Savignano è per merito di un Comitato. Se non si scava fino alle falde per estrarre ghiaia a Savignano, San Cesario, Castelfranco Emilia, Bazzano è per merito di un Comitato. E potrei andare avanti per ore. Questi Comitati sono madri e padri di famiglia che non hanno incrinato il sistema produttivo (che a lei è tanto caro) e hanno provato a difendere quello che è rimasto della salute, sperando di non vedere nascere solo bambini asmatici.

(L'articolo è stato pubblicato su www.amarevignola.wordpress.com)

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