mercoledì 10 ottobre 2012

Dichiarazione alla stampa


Ritengo che la stampa sia già ampiamente al corrente dei termini della vertenza Inalca che si trascina da circa un anno. La sola novità che io abbia da annunciarvi a tale proposito è l’avvenuta (lunedì scorso, 8 ottobre) presentazione del nostro ricorso al TAR regionale, tramite gli avvocati Alessandra Magnani (di Bologna) e Massimo Grillenzoni (di Modena), contro il via libera a un impianto di rendering concesso dalla Provincia a fine giugno.
Cos’è il rendering? È un processo di bollitura di scarti animali volto ad ottenerne grassi e farine destinate allo smaltimento. Va precisato che l’Inalca è autorizzata a trattare carcasse di categoria 1, ossia sospette di essere infette e che un trattamento a meno di 100 gradi non distrugge gli agenti patogeni, certamente non il prione della mucca pazza. Quindi anche gli artefatti di grassi e le farine ottenuti potranno essere infetti: potenziali rifiuti, insomma, che la ditta, appoggiandosi anche a recentissime, controverse, disposizioni di legge nazionali (dgs 134 del 7 agosto 2012) s’ingegna di far passare per sottoprodotti.
Perché il Comitato si oppone e quali sono, a suo parere, gli inconvenienti del progetto approvato dalla Provincia?
Porrei piuttosto, anzitutto, la questione di sapere quali ne sono i vantaggi, i benefici supposti per il territorio e le popolazioni. Infatti ogni iniziativa va valutata in base ad un confronto costi / benefici, danni / benefici. E, nel caso specifico, la prima cosa da rilevare e sottolineare è che, per il territorio e le popolazioni interessate, i benefici sono comunque pari allo zero. Come è stato ammesso dall’azienda medesima, non vi sarà neppure creazione sensibile di posti di lavoro.
A fronte dei vantaggi zero, le controindicazioni saranno, invece, ben sensibili e di molteplice natura: aumento considerevole del traffico di mezzi pesanti, consumo accresciuto di risorse idriche, rischio di ricorrenti fughe di emissioni odorifere (negato dall’Inalca, ma in modo poco credibile), rincrudire degli inquinamenti, pericoli vari connessi con il trattamento di materiali infetti, con la contiguità dello stabilimento per il trattamento delle carni sane e del rendering, dello stesso rendering e del fiume Guerro con possibile contaminazione delle acque, perplessità circa le destinazioni finali dei grassi e delle farine da processo di bollitura, ripercussioni negative sulla qualità delle produzioni d’eccellenza agricole ed agro-alimentari del territorio, svalutazione finanziaria dei terreni, nonché degli immobili industriali e d’abitazione.
Preoccupazione supplementare: il progetto di cogeneratore ed inceneritore non è stato bocciato in maggio dalla Provincia, come in modo frettoloso e superficiale la stampa ha annunciato, bensì semplicemente ritirato dall’azienda. L’autorizzazione sul rendering potrebbe essere solo un primo passo. Accenni ed indiscrezioni varie lasciano pensare che Inalca starebbe muovendo pedine a Roma e Bruxelles per ottenere modifiche, aggiustamenti o deroghe alle normative ambientali e sanitarie vigenti allo scopo di ripresentare il suo progetto n. 1.
Mi preme aggiungere che non crediamo sia l’ora d’incoraggiare in genere in Europa e in Italia il consumo eccessivo e smodato di carni (da cui disturbi cardiocircolatori, obesità), né, pertanto, la produzione industriale di carni e articoli a base di carne.
Ma vorrei richiamare l’attenzione dei media in particolare su ciò che ci dice l’intera vicenda circa le carenze dei nostri sistemi di gestione amministrativa, la mancanza di trasparenza delle procedure decisionali, la mancanza d’informazione effettiva e consultazione delle popolazioni su questioni sensibili e di primario - quanto immediato - interesse per le stesse, la scarsa attenzione dei pubblici poteri e persino lo scarso rispetto nei confronti di organizzazioni spontanee di cittadini che intendano tutelare i loro diritti, insomma il difetto palese di democrazia reale in un paese che si sciacqua ad ogni piè sospinto la bocca con bei paroloni quali, appunto, “democrazia”, a seguire con “libertà”, “parità”, “solidarietà” e simili.

Manfredi Lanza
Presidente del Comitato NO impianto a biomasse Inalca

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